Le recenti incursioni di droni ucraini contro le raffinerie di petrolio e le infrastrutture di esportazione russe hanno provocato significative interruzioni operative, incidendo su circa il 17% della capacità di raffinazione della Russia, pari a circa 1,1 milioni di barili al giorno. Questi attacchi mirati, intensificatisi nell'agosto 2025, sono stati eseguiti in un periodo di picco della domanda stagionale di benzina, alimentata da turisti e agricoltori.
La strategia ucraina mira a indebolire l'economia russa e la sua capacità di finanziare il conflitto. Le conseguenze di queste azioni sono tangibili, con carenze di benzina segnalate in diverse regioni russe, tra cui i territori occupati dell'Ucraina, il sud della Russia e l'Estremo Oriente. A Vladivostok, ad esempio, si sono formate lunghe code ai distributori di benzina, con i conducenti costretti a ricorrere a carburanti più costosi a causa della scarsità della benzina A-95 standard.
In risposta a questi sviluppi e all'aumento dei prezzi interni del carburante, che hanno registrato un incremento del 25% dall'inizio del 2025, il governo russo ha implementato un divieto completo sulle esportazioni di benzina, inizialmente fino al 31 agosto 2025 e successivamente esteso. Questa misura mira a stabilizzare il mercato interno e a garantire la disponibilità di carburante per le esigenze stagionali e agricole.
Gli attacchi ucraini hanno preso di mira diverse raffinerie chiave, tra cui impianti di Lukoil a Volgograd e Rosneft a Ryazan, oltre a strutture nelle regioni di Rostov, Samara, Saratov e Krasnodar. Alcuni impianti, come quello di Novoshakhtinsk, hanno subito incendi prolungati a seguito degli attacchi, mentre altri hanno visto la distruzione di attrezzature critiche, rendendoli temporaneamente inoperativi. Anche infrastrutture di trasporto come l'oleodotto Druzhba e il terminale di esportazione Novatek sono stati colpiti.
L'impatto di queste azioni si estende oltre i confini russi, influenzando i mercati energetici globali. L'aumento dei prezzi del petrolio greggio è stato osservato, poiché i mercati valutano il rischio di continue interruzioni dell'offerta russa. Gli analisti sottolineano che, sebbene l'OPEC+ possa compensare le perdite a breve termine, le interruzioni prolungate, unite alle diminuite speranze di un rapido cessate il fuoco, potrebbero portare a un ulteriore aumento dei prezzi.
La Russia, che dipende in modo significativo dalle esportazioni di petrolio e gas per circa un quarto delle sue entrate di bilancio, vede ora il suo settore energetico, vitale per finanziare le operazioni militari, sotto attacco diretto. La strategia ucraina di colpire le infrastrutture energetiche è vista come un tentativo di minare la capacità della Russia di sostenere le sue spese di difesa e di aumentare la propria leva negoziale in potenziali colloqui di pace. L'efficacia di questi attacchi è sottolineata dalla risposta del governo russo e dalle conseguenze sul mercato interno, dimostrando la capacità dell'Ucraina di proiettare la propria influenza economica e strategica attraverso tattiche asimmetriche.