Gli scavi archeologici in corso nell'antica città ittita di Nerik, situata nell'odierno Oymaağaç Höyük nel distretto di Vezirköprü, Samsun, continuano a portare alla luce importanti reperti che arricchiscono la nostra comprensione della civiltà ittita.
La stagione di scavo del 2025 ha già rivelato ritrovamenti di straordinaria importanza, tra cui gusci di nocciola risalenti a 3.000 anni fa, confermando l'importanza della regione come centro di produzione di nocciole nell'antichità. Ancora più significativa è la scoperta di una vasta sorgente sotterranea, profonda 8 metri, dedicata al dio ittita del tempo atmosferico, Tešub. Questa sorgente è considerata la più grande e estesa del mondo ittita, e sottolinea la sacralità delle acque per gli Ittiti, che le veneravano come parte del loro pantheon e le utilizzavano per rituali di purificazione e cerimonie.
L'attenzione degli scavi si concentra anche sui resti dell'Età del Ferro, con il ritrovamento di strumenti agricoli, materiali per telai e altri manufatti in legno. Questi oggetti offrono preziose indicazioni sullo stile di vita e sulle attività economiche dell'epoca, mentre le architetture dell'Età del Ferro, come le tecniche di costruzione con tronchi impilati, forniscono nuove prospettive sulle capacità ingegneristiche degli antichi abitanti.
Nerik, fondata originariamente dai Hattici e successivamente un importante centro religioso per gli Ittiti, dedicata al dio della tempesta Tešub, ha una storia che risale a circa 6.000 anni fa. La sua importanza come città sacra è ulteriormente evidenziata dalla presenza di templi, un cancello cittadino simile a quelli di Hattusa e un tunnel che conduce alla sorgente sacra. Il ritrovamento di tavolette cuneiformi, alcune delle quali menzionano la città e le sue pratiche religiose, come il termine 'Dahanga' associato al tempio del dio della tempesta, rafforza ulteriormente la comprensione del paesaggio religioso di Nerik. Questi scavi, guidati dal Professor Dr. Rainer Czichon, non solo illuminano il patrimonio storico e culturale della regione ittita, ma contribuiscono anche a valorizzare il potenziale turistico dell'area.